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40 anni del sindacato Solidarność

02.09.2020

Il 31 agosto del 1980, alle 16:40, fu firmato un accordo presso i Cantieri navali di Danzica, che divenne una pietra miliare nella storia contemporanea della Polonia e uno degli araldi del futuro collasso del sistema comunista, sebbene nessuno dei suoi partecipanti fosse ancora a conoscenza di questo aspetto dell'evento e di quello che sarebbe successo successivamente.

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La Rivoluzione di Solidarnosc del 1980, che portò alla caduta del comunismo avvenuta nel 1989, aveva le caratteristiche di una pacifica rivolta nazionale.

Il grande movimento sociale incarnava le speranze di milioni di polacchi per una vita più dignitosa e migliore. Solidarnosc ha restituito l’individualità alla società e ha risvegliato enormi aspirazioni alla libertà e all'autogoverno. 

Il neocreato sindacato Solidarnosc ha insegnato alle persone ad organizzarsi, ad esprimere i propri pensieri e desideri. Come un nuovo strumento, il fatto di esercitare il potere da parte di una qualsiasi autorità, esigeva la capacita di negoziare, formulare accordi e pensieri. Il messaggio di Solidarnosc rimase nella mente dei polacchi e venne pienamente rivelato dopo nove anni, nel 1989, quando la Polonia divenne il primo paese a rovesciare il sistema comunista in Europa, seguita da altri Paesi, i cosiddetti paesi del Blocco orientale.

Come è successo

Le decisioni prese nel febbraio del 1945 durante la conferenza di Yalta condannarono la Polonia ad appartenere alla sfera della dominazione sovietica. Con l'assunzione del potere da parte dell’organismo comunista il Paese, la sua società, l'economia e la cultura cominciarono a subire una pressione ideologica sempre più forte. Il voto decisivo rimase in seno ai militari e ai consiglieri venuti da Mosca.

Gli standard di democrazia non erano in vigore, la stampa indipendente del governo fu liquidata e l'opposizione legale fu eliminata dalla vita politica. Sotto la bandiera della crescente lotta di classe gli oppositori politici furono repressi, larghi strati della società furono colpiti. L'enorme sforzo sostenuto dall'intera società per ricostruire il paese in rovina venne assegnato al Partito dei Lavoratori Polacchi che dichiarò di essere la "forza trainante della nazione".

A cavallo degli anni '70 e '80, la Polonia, governata da comunisti, precipitò sempre più rapidamente in una crisi sociale ed economica. I prezzi e il costo della vita aumentarono e l'insoddisfazione della popolazione amplificò.

La discrepanza tra la "propaganda del successo" e la realtà della vita quotidiana era irritante. L'opposizione democratica, repressa dai Servizi di Sicurezza SB, si documentò delle innumerevoli violazioni dei diritti civili. La situazione si gonfiò fino allo scoppio della rivolta sociale, ma le autorità sembrarono ignorare tali segnali inquietanti.

La situazione venne radicalmente cambiata dallo sciopero ai cantieri navali di Danzica intitolati a “Lenin”. Il più grande impianto industriale sulla costa polacca, simbolo di una repressione sanguinaria da parte dell'esercito e della polizia in seguito alle proteste dei lavoratori nel dicembre del 1970, e dal 1978, fu stato un luogo determinante per i sindacati liberi (WZZ)  non riconosciuti e repressi dalle autorità.

La protesta iniziò il 14 agosto. Prese forma di uno sciopero di occupazione: i lavoratori decisero di non lasciare i cantieri navali. All'inizio le loro richieste erano modeste. Venne eletto il Comitato di sciopero, per il quale Lech Wałęsa era in prima linea. Gli scioperi regionali si diffusero dunque in tutto il paese. Il 30 agosto 1980 vide un totale di 700.000 persone scioperare in 700 fabbriche e stabilimenti in tutto il territorio del Paese.

21 postulati

Il 17 agosto, il Comitato di sciopero interaziendale presso i cantieri navali di Danzica formulò un elenco di 21 richieste comuni a tutte le fabbriche partecipanti allo sciopero.
Dopo i confronti con il gruppo, la direzione dello sciopero viene assunta da Bogdan Borusewicz. Le richieste non erano limitate all’aspetto puramente economico. La lista aperta dalla richiesta più importante e fondamentale, ed era la seguente…

"Accettazione di sindacati liberi indipendenti dal partito e dai datori di lavoro ...". 

Le successive richieste erano relative al rispetto dei diritti e delle libertà garantiti dalla Costituzione, tra gli altri, libertà di parola e accesso ai mass media, fino a quel momento controllati dal partito. Vennero avanzate richieste per ripristinare i diritti delle persone licenziate dal lavoro dopo lo sciopero dei lavoratori e il reintegro degli studenti espulsi dai college per le loro convinzioni politiche. Venne chiesto il rilascio di tutti i prigionieri politici e il miglioramento delle condizioni di vita della società. Si prevedevano cambiamenti nell'economia, che avrebbe consentito al Paese di superare la crisi economica, il postulato di riduzione dell'età pensionabile e la riforma del sistema sanitario. Si chiese di abolire i privilegi delle milizie e dei servizi di sicurezza e dell'apparato del partito, e si chiese l’introduzione del sabato libero nella settimana lavorativa.

Solidarietà

Nella maggior parte dei paesi occidentali, il movimento nato in Polonia suscitò simpatia, speranze ed entusiasmo. L'emergente Solidarnosc provocò reazioni particolarmente vivaci nei circoli sindacali stranieri.

Il 18 agosto le sedi sindacali italiane CISL (Confederazione Italiana Sindicati dei Lavoratori), CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro) e UIL (Unione Italiana del Lavoro) annunciarono una dichiarazione a sostegno degli operai in sciopero in Polonia, ed inviarono poi una delegazione ufficiale a Varsavia.

Nove anni dopo, il 4 giugno 1989, si tennero in Polonia le prime elezioni, parzialmente libere, dalla seconda Guerra Mondiale, che portarono a una grave sconfitta per i comunisti al potere. I Candidati, sostenuti da Solidarnosc, vinsero in 99 seggi su 100 al Senato e in tutti i seggi parlamentari del pool del 35% per i membri non di partito. Di conseguenza, il 12 settembre 1981, il nuovo parlamento Sejm nominò come primo ministro Tadeusz Mazowiecki, del primo governo non comunista nella storia della Polonia del dopoguerra.
Solidarnosc è giustamente associato al movimento per la libertà, istituito nel 1980. Tuttavia, la necessità di manifestare solidarietà è visibile nella storia polacca, in date entrambe precedenti alla rivolta sindacale, così come nella Polonia contemporanea e libera, che è membro dell'Unione Europea e della NATO.

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