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Engelbert Bernard Czellnik

“Ho conosciuto Lidia nel gennaio del 1946, durante un fantastico carnevale animato da giochi e danze, che venivano organizzati ogni sabato e domenica.”

Volti polacchi

A portare Engelbert Czellnik in Italia è stata la Seconda Guerra Mondiale, al termine della quale, nel 1945, decise di rimanervi. Il senso di appartenenza alla Polonia ha sempre caratterizzato la storia della sua vita, come soldato e come uomo, tramandando quest’amore per la patria anche alle nuove generazioni.

Il colonnello Engelbert Bernard Czellnik è nato nel 1915 a Wąsice. Da giovane ha frequentato l’Accademia Militare e quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale era già un soldato professionista. Il percorso che l’ha portato al servizio nell’esercito del generale Anders è stato lungo: iniziato in Polonia, proseguito attraverso l’Ungheria, l’Austria, l’Egitto, fino alla Libia, dove ha anche combattuto nella battaglia di Tobruk. Arrivato in Iraq nel 1942, è stato inserito nel 2° Corpo Polacco, dove è rimasto fino alla fine della guerra se non qualche ora in più - come racconta sorridendo: “Eravamo in guerra e le comunicazioni erano molto più difficili. Mi trovavo a Bologna, l’ordine di cessare il fuoco arrivò con alcune ore di ritardo così continuai a combattere anche dopo la conclusione”.

Enek - l’appellativo con cui il colonnello è chiamato dagli amici italiani - è considerato una persona molto radiosa, energica e piena di vita. Sono commoventi i suoi ricordi della difficile ma bellissima – come dice lui stesso - giovinezza. Soprattutto quelli del primo dopoguerra, quando si stabilì nelle Marche e incontrò Lidia, che divenne sua moglie nel 1946. Per il colonnello la famiglia ha sempre rivestito un ruolo fondamentale; per questo ha trasmesso ai suoi cari l’amore per la madre patria e il valore della tradizione, della cultura e della storia polacca. Spesso racconta le sue avventure di soldato ai nipoti che lo passano a trovare, mostrando con orgoglio la sciabola originale dell’esercito polacco che custodisce nella sua stanza.

Il colonnello Czellnik è una persona molto attiva. Trascorre diverso tempo scrivendo diari e mettendo in ordine fotografie e documenti. Per i suoi figli, Stefan e Krystyna, ha scritto persino una breve storia della Polonia e le sue memorie, in cui racconta minuziosamente tutta la sua vita.

L’avvincente storia di Enek trova seguito anche durante il dopoguerra. Per la fedeltà e l’impegno verso la Polonia ha ricevuto molti riconoscimenti e medaglie. Già nel 1945 aveva ricevuto una nota di merito dalle forze armate polacche “per aver svolto il suo dovere verso la Polonia servendo nei ranghi dell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale”. Nel 2011 il presidente della Repubblica di Polonia Bronisław Komorowski gli ha conferito la Croce di Ufficiale dell’Ordine della Polonia Rinata come riconoscimento “per l’eccezionale contributo alla causa dell’indipendenza della Repubblica di Polonia e come veterano”. In precedenza, Engelbert Czellnik ha ricevuto anche la medaglia Pro Memoria “per il contributo eccezionale dimostrato nel mantenere viva la memoria delle persone e della lotta per l’indipendenza polacca durante la Seconda Guerra Mondiale”.

Tutte le medaglie e i riconoscimenti ricevuti dal colonnello sono conservati con cura ed esposti con orgoglio nel suo soggiorno, proprio accanto alla bandiera bianco rossa, immancabile nella sua casa italiana.

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