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Ewa Błasik

“In Italia ho trovato la possibilità di lavorare per persone provenienti da diversi paesi, tradizioni e culture. Probabilmente è stato proprio questo a farmi rimanere qui per quasi 26 anni e non un anno come prevedevo.”

Volti polacchi

Emigrare in Italia non rientrava nei progetti di Ewa. Come per tanti altri migranti, è stata la storia a decidere il suo destino. Negli anni ottanta del XX secolo, partecipare alle attività studentesche e in seguito a quelle degli insegnanti di Solidarnosc, le è costato il divieto di esercitare la propria professione in Polonia. Con urgenza doveva trovare quindi un’alternativa e nuove idee per il futuro. L’opportunità le è stata offerta da un cognoscente a Roma che l’ha aiutata a ottenere il permesso di soggiorno temporaneo. La permanenza in Italia doveva essere solamente una breve parentesi, mai avrebbe creduto che questa sarebbe diventata la sua casa per i successive ventisei anni.

Fino ad allora Ewa non avrebbe immaginato di lasciare la Polonia definitivamente, sentendosi troppo legata alla propria nazione. Per anni si è dedicata completamente alla lingua e alla cultura polacca; dal periodo di studi alla Facoltà di Polonistica dell’Università Jagiellonica, all’insegnamento della lingua polacca in un liceo di Cracovia fino al lavoro al Museo Nazionale di Cracovia. Arrivata in Italia, Ewa ha vissuto per un lungo periodo a Roma e in seguito ad Anzio. Qui è rinato in lei il bisogno di unirsi e di associarsi, sentimento che aveva già provato in passato con Solidarność. Ben presto ha cominciato a lavorare in una delle organizzazioni locali per stranieri. Con il passare del tempo, insieme ad altre migranti, ha fondato un’associazione femminile – “Donne Straniere Insieme”.

Nonostante la stabile permanenza in Italia, il legame di Ewa Błasik con la Polonia è rimasto sempre molto forte. Ha condotto una ”doppia vita”, polacca e italiana, unendo le due culture, come molti altri immigrati. Non ha mai allentato i rapporti con la sua famiglia d’origine; è stato proprio questo a darle forza e sostegno. È stata particolarmente legata al fratello minore Andrzej, il quale era felice di trascorrere del tempo insieme a leinella sua casa italiana a Latina, dove Ewa si è costruita una propria famiglia. Ha conosciuto il marito subito dopo il suo arrivo in Italia, nel 1990. Il figlio, oggi dicianovenne, frequenta l’Università a Varsavia.

Ewa si considera una persona realizzata professionalmente, sebbene la sua attività lavorativa sia molto diversa dagli studi che ha seguito. Lasciando la Polonia ha lasciato tutto. Con l’arrivo in Italia si è messa in gioco professionalmente, dovendosi completamente reinventare.

Negli anni novanta è approdata al sindacato CISL come naturale conseguenza del suo precedente lavoro con le associazioni d’immigrati. Nel 2008 è stata eletta Segretario Regionale della CISL del Lazio. ”Eletta, non nominata”, sottolinea sempre con fierezza. Dal 2013 ricopriva, invece, la carica di Segretario Generale della CISL di Latina. Era l’unica straniera con una posizione di tale livello nei sindacati italiani.

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