Famiglia Dzieduszycki
“Quando avevo 5 anni, durante la Guerra, vivevamo in famiglia nella regione Marche. Un giorno mio padre mi portò a Senigallia per farmi vedere la sfilata del 2° Corpo d’Armata Polacco. Vidi allora il gen. Anders e ricordo che i soldati polacchi distribuivano ai bambini del cioccolato.”
La tradizione italiana dal cognome polacco. Si può pensare in questo modo sorseggiando il Chianti prodotto nel cuore della Toscana dal conte Dzieduszycki. E’ però sufficiente oltrepassare la soglia della proprietà di famiglia per comprendere che di Polonia qui ce n’è molta di più.
Nei punti più visibili della casa fanno bella mostra di sè l’albero genealogico dagli inizi del XV sec. e lo stemma originale del casato dei Dzieduszycki. Quest’ultimo, assieme all’imponente ritratto del trisavolo Henryk Dzieduszycki, sono cimeli portati a metà del sec. XIX dai suoi avi che in quel periodo si trasferirono in Toscana. Tra le altre tracce della storia, non solo polacca ma anche europea, custodite con cura, si possono ammirare nel salone anche alcune lettere del re Stanisław August Poniatowski (Stanislao Augusto Poniatowski) e la bolla del 1775 firmata di proprio pugno da Maria Teresa d’Austria, con la quale l’imperatrice conferì il titolo nobiliare alla casata dei Dzieduszycki.
Andrea Dzieduszycki appartiene alla terza generazione del ramo italiano della casata. Non parla polacco, ma mantiene relazioni stabili con la Polonia: sia famigliari che professionali. Di queste relazioni ebbe cura dapprima il padre del conte che – a causa delle vicende politiche di quegli anni – non vide mai la Patria degli avi. Tuttavia egli inculcò nel figlio un forte senso dell’essere polacco, che quest’ultimo trasmette ora alle generazioni successive.
Il conte Dzieduszycki senior visitò la Polonia per la prima volta nel 1985. Andò allora a Breslavia su invito del cugino, il conte Wojciech Dzieduszycki – da lui chiamato Tunio - ben noto ai polacchi grazie ai programmi televisivi di taglio culturale. Ai suoi soggiorni successivi nella madre Patria sono collegati vari aneddoti: quello di quando, nel capoluogo regionale della Bassa Slesia, ebbe l’opportunità di vedere, ancora arrotolato, il famoso quadro “Panorama Racławicka” (“Il Panorama di Racławice”), il quale fu srotolato appositamente per lui (e si trattava di un’opera lunga 120 metri). Oppure quando, passeggiando nella piazza di Cracovia, entrò casualmente in una galleria d’arte e tra i quadri esposti incredibilmente ne notò uno raffigurante la sua fattoria toscana. Egli acquistò immediatamente quel quadro che oggi impreziosisce le pareti della cantina nella quale la famiglia Dzieduszycki produce i suoi eccellenti vini.
La Fattoria di Sammontana - così si chiama la tenuta del conte e allo stesso tempo la loro azienda vinicola - è la sede del casato italiano dei Dzieduszycki dal 1870. Prima apparteneva ai beni della Chiesa e per questo sui suoi terreni si trova una chiesetta del XIII secolo. Il vino veniva prodotto nella tenuta già nel XIX secolo, ma la commercializzazione vera e propria iniziò negli anni 1938 – 1939 col padre di Andrea Dzieduszycki, il quale forniva il vino ai suoi clienti fissi a Roma.
Oggi il vino prodotto dalla cantina della Fattoria di Sammontana viene esportato in tutto il mondo e la crescita dell’impresa a conduzione famigliare viene curata personalmente dal conte Dzieduszycki senior, da sua moglie Francesca e dai figli Daniele e Lorenzo. Si possono trovare le etichette dei loro vini, moderne e curate dal punto di vista grafico, in numerosi ristoranti ed enoteche sia in Italia che all’estero, in particolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Naturalmente non potevano mancare negli ultimi anni anche alla fiera di Varsavia perché il conte tiene a che il loro prodotto sia presente anche sul mercato polacco. Alcuni vini della Fattoria di Sammontana vengono invecchiati in anfore di terracotta, così come facevano gli antichi romani, anziché in botti di legno, introdotte nel Medioevo. Questa particolarità, come assicura il conte, garantisce al vino un gusto ed una personalità peculiare. La nota distintiva polacca è il cognome del casato dei conti esposto sulle bottiglie. Il Chianti Dzieduszycki: non suona una meraviglia