15 VIII 1920 – 15 VIII 2020 Centesimo anniversario della vittoria della Polonia nella battaglia di Varsavia
06.08.2020
15 VIII 1920 – 15 VIII 2020 Centesimo anniversario della vittoria della Polonia nella battaglia di Varsavia
“Sapete che sono nato nel 1920, a maggio, quando i bolscevichi decisero di conquistare Varsavia. Ecco perché, dalla mia nascita, porto dentro di me un grande debito verso coloro che intrapresero allora la lotta contro l'invasore e vinsero, a costo della propria vita”. Sono parole pronunciate da Giovanni Paolo II durante il settimo pellegrinaggio in Patria nel 1999, quando ha visitato il Cimitero Militare di Radzymin dove sono sepolti i soldati polacchi morti durante la battaglia di Varsavia nel 1920.
Fu la più importante battaglia della guerra sovietico-polacca, considerata una delle battaglie più importanti nella storia mondiale (occupa il 18° posto), fu combattuta dal 13 al 25 agosto 1920 alle porte di Varsavia, sulla Vistola e sul Narew.
Grazie alla storica vittoria, la Polonia non soltanto riconfermò la propria indipendenza, riconquistata due anni prima dopo un lungo periodo di spartizioni, ma salvò tutta l’Europa e il mondo dall’invasione della rivoluzione comunista. Salvò la civiltà cristiana. Perché l’ordine del comandante sovietico Michail Tuchačevskij era chiaro: “La via della conflagrazione mondiale passa sul cadavere della Polonia Bianca. Sulle nostre baionette porteremo la felicità e la pace alle masse lavoratrici. In marcia verso l’Occidente!”. Una volta soffocata la Polonia, l’Armata Rossa avrebbe proseguito sullo stesso fronte verso la Germania e, aprendo un secondo fronte, attraverso i Monti Carpazi, si sarebbe diretta verso la Cecoslovacchia, l’Ungheria e l’Italia.
La battaglia di Varsavia viene indicata dai polacchi con il termine „Miracolo sulla Vistola”. Questo perché, quando ormai sembrava che niente fosse in grado di fermare l’offensiva bolscevica e l’armata polacca si trovava in ritirata, il Comandante in Capo Józef Piłsudski, con una manovra audace di controffensiva nei pressi del fiume Wieprz, causò la disfatta dei bolscevichi. Ed esattamente il 15 agosto, nel giorno di festa dell’Assunzione di Maria, l’offensiva sovietica venne fermata alle porte di Varsavia, a Ossów e Radzymin.
Lo slancio patriottico divenne un sentimento condiviso da tutta la società. Si arruolarono i volontari di tutti i ceti sociali: giovani, intellettuali, proprietari terrieri, contadini e operai, sui quali contava la propaganda comunista. Accanto ai polacchi, nella lotta per la libertà dell’Europa, combatterono i soldati delle formazioni ucraine, bielorusse e russe e i volontari dagli Stati Uniti d’America e dalla Francia. Questa vittoria ebbe ancora un’altra, spettacolare, dimensione: portò l’indipendenza ai paesi baltici, all’Estonia, alla Lettonia e alla Lituania.
“Oggi il nostro pensiero va a tutti coloro che, presso Radzymin e in molti altri luoghi di questa storica battaglia, diedero la loro vita in difesa della Patria e della sua libertà esposta al pericolo. Il nostro pensiero va ai soldati, agli ufficiali, al Comandante, a tutti coloro a cui dobbiamo la vittoria. Tra gli altri ricordiamo l'eroico sacerdote Ignacy Skorupka, che perse la vita poco lontano da qui, presso Ossów. Raccomandiamo alla Divina Misericordia le loro anime” disse Giovanni Paolo II a Varsavia nel 1999. Quest’anno queste parole assumono una grande valenza simbolica mentre festeggiamo le due importanti ricorrenze: il centenario della battaglia di Varsavia e il centenario della nascita di Karol Wojtyła – San Giovanni Paolo II.
Janusz Kotański
Ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede