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Santa Sede

Le relazioni diplomatiche tra la Polonia e la Santa Sede sono state allacciate nel 1555 e ripristinate nel 1919 e nel 1989.

Cooperazione politica

Cenni storici

Storia delle relazioni con la Santa Sede è molto lunga, legata a più di mille anni di storia del cristianesimo sulle terre polacche e il ruolo del papato nel corso dei secoli.  L’inizio delle relazioni reciproche è avvenuto dopo il Congresso di Gniezno nell’anno mille. Da quel momento, fino alla creazione di una nunziatura permanente nel nostro paese nel XVI secolo, venivano in Polonia i legati pontifici che si occupavano, tra le altre cose, di fissare le frontiere tra le nuove diocesi, presiedevano i concili, vegliavano sulla fede e condotta degli abitanti, si occupavano dell’insegnamento e della disciplina ecclesiale, dell’introduzione delle riforme pontificie e prendevano parte nei collegi arbitrali e si occupavano del garantire le basi materiali per il funzionamento della Chiesa. All’inizio del  XVI secolo in Polonia ha iniziato a operare un rappresentante permanente, dal 1515 lo era sempre il primate della Polonia, che aveva il titolo di legatus natus. Al primate era subordinata l’intera gerarchia e tutte le questioni della Chiesa in Polonia. Una delle prime nunziature è stata creata nel 1555. Il primo nunzio, nominato dal papa Giulio III, è stato Luigi Lippomano, originario di Verona. Nella Chiesa cattolica era il periodo del Concilio di Trento e delle riforme ad esso legate. Mentre in Polonia è stato il periodo delle tendenze a favore della Riforma, che minacciavano l’unità della Chiesa, alle quali era favorevole il re Sigismondo Augusto e il primate Uchański. Da quel momento, per oltre tre secoli, fino alla perdita dell’indipendenza, accanto al re polacco risiedevano i rappresentanti del papa, partecipando alle attività ecclesiastiche e diplomatiche.

Dopo la terza spartizione della Polonia nell 1795, l’ultimo nunzio, card. Lorenzo Litta ha lasciato Varsavia e ha partecipato in seguito alla riforma della divisione amministrativa della Chiesa in Russia. Il ripristino delle relazioni diplomatiche tra la Polonia e la Santa Sede è avvenuto dopo la riconquista dell’indipendenza da parte della Polonia nel 1919, quando la Santa Sede ha riconosciuto lo stato polacco indipendente. Arcivescovo Achille Ratti che si trovava allora in Polonia in qualità del delegato pontificio è stato nominato il primo nunzio in Polonia dopo le spartizioni. Qualche anno dopo, una volta conclusa la sua missione in Polonia (1919-1921) è stato eletto papa Pio XI. In Polonia hanno lavorato come nunzi apostolici gli arcivescovi: Lorenzo Lauri (1921-1927), Francesco Marmaggi (1928--1930) e Filippo Cortessi (1936-1939). Quest’ultimo ha lasciato la Polonia insieme al corpo diplomatico a settembre 1939 e non è più potuto tornare in Polonia, anche se ha mantenuto il titolo di nunzio fino al 1947. Immediatamente dopo la conclusione della guerra, il Governo Transitorio di Unità Nazionale ha annullato il 12 settembre 1945, stipulato nel  1925, il concordato con la Santa Sede, con il pretesto che il Vaticano avesse violato gli accordi durante la guerra. 

La questione di allacciare i rapporti diplomatici tra la Polonia e la Santa Sede è riaffiorata nel dopoguerra diverse volte, soprattutto dopo il disgelo del 1956, che coincise con l’elezione di Giovanni XXIII. La questione veniva affrontata dalle autorità polacche e da alcune associazioni cattoliche. Queste iniziative caratterizzava il fatto di voler trovare un accordo tra le autorità polacche e il papa, mettendo da parte di vescovi polacchi e soprattutto cercando di eliminare dalle trattative il cardinale Stefan Wyszyński.   

La situazione è cambiata solo negli anni settanta. I primi colloqui sull’argomento hanno avuto luogo dopo i fatti accaduti in Polonia nel dicembre 1971, ma sono stati formalizzati nel  1974, nell’ambito del gruppo per i contatti  permanenti di lavoro tra la Polonia e la Santa Sede. Il cambiamento nelle relazioni tra la Santa Sede, ma anche nella situazione interna del paese, avviene con l’elezione di Karol Wojtyła al trono di Pietro il  16 ottobre 1978.  Da quel momento i colloqui avvenivano in un’atmosfera particolare, dovuta alla presenza in Vaticano di un papa polacco e dal difficile processo di democratizzazione nel paese. La possibilità di allacciare da parte della Polonia i rapporti diplomatici con la Santa Sede era condizionata in gran parte dal riconoscimento dello status giuridico della Chiesa in Polonia. Dopo che nel 1989 la Camera dei Deputati ha votato a favore della legge sui rapporti dello Stato nei confronti della Chiesa cattolica nella Repubblica di Polonia, la via per allacciare i rapporti diplomatici è stata aperta. Il ripristino ufficiale è avvenuto il  17 luglio 1989, e di conseguenza è tornato in Polonia, dopo cinquant’anni di assenza il nunzio apostolico. Giovanni Paolo II ha nominato a nunzio apostolico, Arcivescovo Józef Kowalczyk, sacerdote polacco che per molti anni ha lavorato nella Segreteria di Stato e che ha diretto la sezione polacca della segreteria vaticana.

Cooperazione politica durante la III Repubblica di Polonia

Il 17 luglio 1989 è stato proclamato il ripristino dei rapporti diplomatici tra la Polonia e la Santa Sede. Il fatto è accaduto soltanto undici anni dopo l'elezione di Karol Wojtyła al trono di Pietro. Jerzy Kuberski è diventato il primo ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede dopo la Seconda guerra mondiale. Il 26 agosto 1989 Giovanni Paolo II ha firmato la bulla con la quale nominava Arcivescovo Józef Kowalczyk nunzio apostolico in Polonia. Successivo ambasciatore è diventato il prof. Henryk Kupiszewski, che ha presentato le lettere credenziali il 16 giugno 1990. Dato che nel dicembre  1989 è stata cambiata la Costituzione della Repubblica Popolare della Polonia, nella quale è stato modificato il nome dello Stato in Repubblica di Polonia, l’ambasciatore Henryk Kupiszewski è stato il primo ambasciatore della Repubblica di Polonia, e non della Repubblica Popolare di Polonia, presso la Santa Sede. Tadeusz Mazowiecki, il primo Presidente del Consiglio dei Ministri non comunista, ha compiuto la sua prima visita estera a Roma e in Vaticano nei giorni 19-20 ottobre 1989. Uno degli obiettivi principali fin dal ripristino  dei rapporti diplomatici è stato quello di stipulare un accordo internazionale tra la Polonia e la Santa Sede. La questione è stata sottolineata anche durante la prima visita del presidente Lech Wałęsa in Vaticano nel febbraio del 1991. Il concordato è stato firmato il 28 luglio 1993, e il 25 marzo 1998  è avvenuto in Vaticano lo scambio dei documenti di ratifica. La ratifica del concordato ha chiuso un’importante  fase nella normalizzazione dei rapporti tra la Polonia e la Santa Sede. Attualmente i rapporti tra la Polonia e il Vaticano sono molto buoni e sono caratterizzati da una grande intensità di incontri. Le visite dei rappresentanti  della Polonia in Vaticano, in particolare di tutti i presidenti dopo il 1990 e di tutti i primi ministri, sono state molto  frequenti. Non tutte hanno avuto carattere ufficiale, perché spesso erano legate a celebrazioni vaticane, come beatificazioni, canonizzazioni o il Giubileo dell’Anno Santo, all’anniversario dei 25 anni di pontificato di  Giovanni Paolo II, ai funerali e alla beatificazione e alla canonizzazione di Giovanni Paolo II, all'inaugurazione del pontificato di Benedetto XVI e Francesco. Sono stati frequenti i pellegrinaggi dei papi in Polonia, di Giovanni Paolo II nel 1979, 1983, 1987, 1991, 1997, 1999 r., 2002 e di Benedetto XVI  nel 2006. Nel 2016 Papa Francesco ha visitato la Polonia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù.

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Vatican News
L'Osservatore Romano

Cooperazione culturale

Il Pontificio Consiglio della Cultura è uno dei dicasteri della Curia romana della Santa Sede. Il Consiglio si occupa delle relazioni della Chiesa con il mondo accademico e di cultura, promuovendo soprattutto il dialogo tra varie culture del mondo di oggi. Dal 2007 il Presidente del Consiglio è il cardinale  Gianfranco Ravasi. Un passo importante nelle relazioni tra la Polonia e la Santa Sede è stata la firma della Lettera di intenti sulla cooperazione tra il Ministero di Cultura e di Eredità Nazionale Polacco e il Pontificio Consiglio della Cultura nel 2019. Nel documento entrambe le parti hanno dichiarato la protezione della comune eredità culturale, attraverso, tra gli altri, la collaborazione al livello museale, il supporto per i specialisti nell’ambito di restauro e protezione dell’eredità e la realizzazione dei progetti comuni al fine di conoscere meglio e sfruttare i beni culturali polacchi nella Santa Sede e i beni della Chiesa cattolica in Polonia.  La Repubblica di Polonia e la Santa Sede si impegnano nel restauro e nella conservazione di luoghi storici, monumenti architettonici e beni culturali particolarmente importanti per l’identità cristiana della Polonia, anche fuori dalle sue frontiere. Entrambe le parti hanno dichiarato la volontà di offrire sostegno per organizzare incontri con imminenti personalità del mondo dell’arte.

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Pontificio Consiglio della Cultura                                              

La cooperazione scientifica

La cooperazione scientifica tra i due stati è condotta tra gli scienziati polacchi e la Pontificia Accademia delle Scienze. PAS è composta da illustri rappresentanti del mondo accademico in varie discipline in tutto il mondo, che vengono nominati dal papa.  La Pontificia Accademia delle Scienze è di portata internazionale, di composizione multirazziale e non opera discriminazioni nella scelta dei suoi membri. Il lavoro dell’Accademia abbraccia sei campi principali: Scienza fondamentale; Scienza e tecnologia dei problemi globali; Scienza per i problemi del mondo in via di sviluppo; Politiche scientifiche; Bioetica; Epistemologia.

In Italia sono aperte sette università pontificie, lavorano 14 istituti degli studi superiori legati alla Chiesa e Pontificia Accademia Ecclesiastica. Alcune di loro offrono l’insegnamento nelle lingue diverse dall’italiano (soprattutto in inglese). Il livello è molto vario e variano anche le condizioni generali offerte agli studenti. 
Tutte le università pontificie fanno parte del Processo di Bologna. Gli studi sono divisi in due cicli. Gli studi sono a pagamento, tuttavia esistono molte borse di studio. Ogni ateneo stabilisce l’ammontare delle rette che variano sensibilmente da un’università all’altra.  

Bisogna tener conto della specificità di questi atenei nei quali le materie si concentrano sulle tematiche di carattere filosofico e religioso. La maggior parte degli insegnamenti è rivolta alle persone ecclesiastiche o alle persone legate alla Chiesa cattolica.

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Pontificia Accademia delle Scienze
Pontificia Accademia Ecclesiastica 
Pontificia Università Gregoriana
Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II
Università Pontifica Salesiana
Pontificia Università della Santa Croce
Pontificia Università Urbaniana

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