Discorso dell’Ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede Janusz Kotański in occasione del 30° anniversario della fondazione del Gruppo di Visegrád
15.02.2021
Pubblichiamo il discorso pronunciato dall’Ambasciatore Janusz Kotański pronunciato il 15 febbraio 2021 a conclusione della S. Messa organizzata dall’Ambasciata di Polonia presso la Santa Sede nella Basilica di San Pietro in Vaticano in occasione del 30° anniversario della fondazione del Gruppo di Visegrád.
Eccellenza, Reverendo Monsignore
Reverendi concelebranti
Signori Ambasciatori e rappresentanti del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e presso la Repubblica Italiana
Signore e Signori!
Esattamente trent’anni fa, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l'Ungheria hanno fondato il Gruppo Visegrád per condurre un costruttivo dialogo politico e coordinare le azioni dei nostri Stati a favore dell'adesione alla NATO e all'Unione Europea.
I festeggiamenti del trentesimo anniversario del formato V4 sono stati inaugurati con l'incontro dei Presidenti dei paesi del Gruppo Visegrád, che si è tenuto la scorsa settimana a Jurata. Andrzej Duda, Miloš Zeman, János Áder, Zuzana Čaputová nella residenza del Presidente della Repubblica di Polonia sulla penisola di Hel, sul Mar Baltico non solo hanno parlato della storia, dei risultati e delle prospettive del Gruppo, ma hanno anche discusso delle sfide più importanti da affrontare in questo momento.
Tra due giorni avrà luogo un altro importante evento di questo anniversario: il vertice dei capi di governo V4 al Castello Reale di Cracovia – Wawel e l'approvazione di un'importante dichiarazione.
E noi, oggi, sulla tomba di San Pietro, abbiamo potuto ringraziare Dio per tre decenni di cooperazione per il bene delle nostre patrie, della regione e dell'intera Europa.
A nome mio e degli ambasciatori della Slovacchia - Marek Lisánsky, della Repubblica Ceca, Václav Kolaja e dell’Ungheria - Eduard Habsburg-Lothringen, vorrei ringraziare l'Arcivescovo Jan Romeo Pawłowski, Segretario per le Rappresentanze Pontificie della Segreteria di Stato per presiedere questa Santa Messa.
In qualità di ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, mi sento molto onorato che questo anniversario coincida con il periodo in cui - per la sesta volta - la Polonia esercita la presidenza del gruppo.
La cooperazione tra la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia che dura ormai da trent’anni è per l'Europa un esempio di solidarietà e di efficacia, di un approccio lungimirante, che tiene conto delle esigenze future e dell’apertura ai paesi terzi nell'ambito del formato V4 +.
Non è solo il vicinato ad essere importante, ma obiettivi comuni, che realizziamo nella dimensione politica, economica, sociale e culturale.
Non dobbiamo dimenticare quel che è imponderabile. Perché siamo uniti non solo da aspirazioni comuni, ma anche da fede, tradizione, cultura ed esperienze storiche.
Sappiamo fin troppo bene cosa significano i due totalitarismi: nazionalsocialismo e comunismo. Pertanto, apprezziamo in modo particolare la libertà dell'individuo, la libertà religiosa e di coscienza.
Ricordiamo che il vento di libertà, che ha soffiato dalla Polonia grazie a "Solidarność", ha cambiato il volto dell'Europa centrale.
Possiamo utilizzare l'esperienza acquisita nella nostra comunità di vicinato per attuare le priorità globali nel quadro dell'Unione Europea, del Partenariato Transatlantico o dell'Iniziativa dei tre mari.
Parlando dell’Europa, qui nella Basilica di San Pietro, vogliamo anche onorare la memoria di San Giovanni Paolo II, il Papa che si preoccupava per l’anima di questo continente, che ricordava sempre le sue radici cristiane e voleva che respirasse con due polmoni.
Egli vedeva un profondo senso nel mantenere la tradizione dell'unità volontaria delle libere nazioni del nostro continente: vorrei ricordare il suo famoso detto: "dall'Unione di Lublino all'Unione Europea!".
Siamo molto grati al Santo Padre Francesco per tenere vivo il ricordo del suo Predecessore, di cui un esempio eloquente è stata la celebrazione della Santa Messa nel maggio dello scorso anno sulla tomba di San Giovanni Paolo II, in occasione del centenario della nascita di Karol Wojtyła, o le parole contenute nel discorso ai membri del Corpo diplomatico una settimana fa.
Eccellenze,
Signore e signori,
Stiamo attraversando un momento particolarmente difficile perché il coronavirus ha contagiato il mondo intero!
Ricorderemo per sempre la commovente e solitaria preghiera di Papa Francesco nella deserta piazza San Pietro per la fine della pandemia il 27 marzo scorso e la sua benedizione Urbi et Orbi.
Come ha scritto il Santo Padre nel suo ultimo libro "Ritorniamo a sognare": "Il mondo si è trovato in un momento di prova".
Proprio in questo momento, la solidarietà internazionale nell'affrontare gli effetti della pandemia è di particolare importanza.
Non a caso, il motto della nostra collaborazione durante la presidenza polacca è: „Il ritorno in pista” („Back on track”).
Anche noi, ambasciatori che rappresentiamo la Polonia, l'Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia presso la Santa Sede, abbiamo un compito importante e responsabile di rafforzare e sviluppare i legami tra i nostri paesi e la Santa Sede e di sostenere Papa Francesco nei suoi sforzi per la pace, il bene comune e per difendere i diritti fondamentali, la dignità e la libertà personale.
Eccellenza!
Esprimendo ancora una volta la mia gratitudine per aver presieduto la celebrazione odierna, mi permetto di trasmettere a Lei, in quanto Capo della Terza Sezione della Segreteria di Stato, un caloroso ringraziamento ai rappresentanti della Santa Sede nelle nostre Capitali, ai Nunzi Apostolici a Varsavia, Praga, Bratislava e Budapest, per il loro lavoro di approfondimento delle relazioni bilaterali, che rinforzano la nostra regione e il nostro continente.
Stiamo entrando nel quarto decennio della nostra cooperazione, consapevoli della forza che deriva dalla solidarietà, aspirando a poter contribuire all’elaborazione delle politiche europee. Perché, come ha detto il Presidente Andrzej Duda: "Esprimiamo costantemente il nostro sostegno all'idea europea di unità e solidarietà, e sosteniamo un'Europa degli stati uguali tra di loro e delle nazioni libere".
Foto: Grzegorz Gałązka