Discorso dell’Ambasciatore Janusz Kotański nel centesimo anniversario della Battaglia di Varsavia
03.09.2020
15 agosto 2020 nella Chiesa Polacca di Santo Stanislao a Roma è stata celebrata la messa nel centesimo anniversario della Battaglia di Varsavia presieduta dal Mons. Paweł Ptasznik. Nella sua omelia, Mons. Ptasznik ha parlato della Festa dell’Assunzione di Maria e della ricorrenza del “Miracolo sulla Vistola”. Dopo la santa messa, l’Ambasciatore Janusz Kotański ha tenuto un discorso dedicato alla battaglia.
Nell’aula di San Giovanni Paolo II adiacente alla Chiesa Polacca a Roma, l’Ambasciatore Janusz Kotański, storico di formazione, ha tenuto un breve discorso in cui ha delineato la difficile situazione della Polonia dopo la riconquista dell'indipendenza nel 1918. Ha illustrato lo svolgimento della guerra polacco-bolscevica del 1919 - 1920, sottolineando che la Polonia ha difeso contro l'aggressione sovietica non solo la propria libertà, ma anche quella dell'Europa.
Ha affermato che l'Armata Rossa portava sulle baionette la schiavitù comunista e il terrore genocida. Ha sottolineato l'utopia e la bestialità del cosiddetto comunismo di guerra, che ha privato le persone sia della dignità che della proprietà.
In questo modo, la vittoria nella battaglia di Varsavia salvò la civiltà giudaico-cristiana europea dall'oppressione del sistema totalitario moscovita. L’Ambasciatore ha sottolineato che anche le truppe ucraine di Symon Petljura, le truppe russe di Boris Savinkov e – fatto molto significativo oggi - le truppe bielorusse di Bułak-Bałachowicz hanno combattuto al fianco dell'esercito polacco. Ha fatto notare che la Polonia è stata aiutata dall'Ungheria e dalla Romania e che anche i volontari americani e francesi hanno combattuto al nostro fianco.
Parlando del Miracolo sulla Vistola, ha anche sottolineato che, oltre alla genialità del comandante, Józef Piłsudski, i polacchi hanno avuto la fortuna di avere dei bravissimi generali: Sikorski, Haller, Rozwadowski e hanno potuto contare sull'eroismo dei volontari, soprattutto i giovani. Anche l'aspetto spirituale e la fede hanno contribuito al trionfo dell'esercito polacco, come ha sempre sottolineato il Nunzio Apostolico Achille Ratti, futuro papa Pio XI. È diventata simbolica la morte di padre Ignacy Skorupka vicino a Ossów il 15 agosto, che ha preso parte nella battaglia insieme ai volontari delle scuole di Varsavia.
L'Ambasciatore ha concluso ricordando l'importanza della battaglia del fiume Niemen nel settembre 1920.
Ha espresso l'auspicio che la memoria delle battaglie decisive per la storia del mondo accompagni tutti i popoli dell'Europa occidentale, italiani compresi, cui oppressione era nei piani di Lenin, Trockij e Stalin.
San Giovanni Paolo II in varie occasioni ha sottolineato che il 1920 - anno della sua nascita - è stato "un periodo di grande pericolo per la Repubblica di Polonia appena rinata". "Sembrava – ricordava il Papa - che i comunisti avrebbero conquistato la Polonia e si sarebbero spinti più lontano nell'Europa occidentale, che avrebbero conquistato il mondo". Attribuiva grande importanza al fatto che una delle battaglie decisive nella storia del mondo, la battaglia di Varsavia - ha avuto luogo poco dopo la sua nascita: „sono nato nel 1920, a maggio, quando i bolscevichi decisero di conquistare Varsavia. Ecco perché, dalla mia nascita, porto dentro di me un grande debito verso coloro che intrapresero allora la lotta contro l'invasore e vinsero, a costo della propria vita”.
Il 13 giugno 1999, Papa Giovanni Paolo II fece una visita al Cimitero Militare di Radzymin. Quando è giunto a Varsavia direttamente dal cimitero di Radzymin, davanti alla cattedrale di Praga ha detto: "Ho appena visitato Radzymin, un luogo di particolare importanza nella nostra storia nazionale. Il ricordo della battaglia di Varsavia, che ha avuto luogo in questa zona nell'agosto 1920, è sempre vivo nei nostri cuori. Ancora oggi posso incontrare alcuni degli eroi di questa storica battaglia per la nostra e la vostra libertà. La nostra e quella dell’Europa. È stata una grande vittoria per l'esercito polacco, così grande che non poteva essere spiegata in modo puramente naturale ed è per questo che è stata chiamata il "Miracolo sulla Vistola". Questa vittoria è stata preceduta da una fervida preghiera nazionale. L'Episcopato polacco, riunito a Jasna Góra, ha consacrato l'intera nazione al Sacro Cuore di Gesù e l'ha affidata alla protezione di Maria, Regina di Polonia".