Il 40° anniversario della fondazione del sindacato “Solidarność”
07.09.2020
Il 30 agosto 2020 nella Chiesa Polacca di Santo Stanislao a Roma è stata celebrata la messa nel quarantesimo anniversario della fondazione del sindacato “Solidarność”. Dopo la santa messa, l’Ambasciatore Janusz Kotański ha tenuto il discorso intitolato: “Il 40° anniversario della fondazione del Sindacato Autonomo dei Lavoratori “Solidarność””.
Nell’aula di San Giovanni Paolo II adiacente alla Chiesa Polacca a Roma, l’Ambasciatore Janusz Kotański ha tenuto un discorso dedicato alla fondazione di “Solidarność”. Ha accennato ai "mesi polacchi", dei quali agosto è uno dei più gioiosi. Mentre nel 1920 la Polonia ha fermato l'Armata Rossa salvando l'Europa dal regime bolscevico, nell'agosto 1980 lo sciopero nei cantieri navali di Danzica, e poi gli scioperi in tutto il paese, hanno avviato la caduta del comunismo, prima in Polonia, e poi in tutto l'impero totalitario sovietico.
L'Ambasciatore ha ricordato l'eroica e ferma opposizione dei polacchi al regime comunista, imposto loro con la forza nel 1945. Ha parlato della lotta dei “soldati irriducibili”, della prigionia del Primate Wyszyński, delle proteste operaie represse con spargimento di sangue nel 1956 e 1970. Anche degli anni del Millennio 1966-1967, durante i quali i polacchi potevano, per la prima volta, “contarsi” e mostrare la loro fedeltà alla religione cattolica e alla loro Patria.
In seguito ha ricordato il carattere rivoluzionario del primo pellegrinaggio del Papa Giovanni Paolo II in Polonia nel 1979. Grazie alle sue parole la nazione ha avuto forza ad alzarsi dalle ginocchia e fondare il primo sindacato indipendente nei paesi comunisti, “Solidarność”. La sua fondazione è stata l'inizio della fine del comunismo.
L'Ambasciatore ha anche citato le parole poco note del Papa Wojtyła, pronunciate nel giugno 1979, indirizzate all'Episcopato polacco: “L’intero Occidente è appesantito dai complessi. In un certo senso, è ideologicamente diviso. Sta iniziando ad emergere un po’ adesso. Penso che l'iniziativa del Parlamento europeo, di unificazione dell'Europa servirà ad liberarsi da questi complessi".
L'Ambasciatore ha parlato di come si era svolto lo sciopero e ha ricordato le figure degli attivisti dei sindacati liberi: l'eroica operaia Anna Walentynowicz, in difesa della quale è scoppiato lo sciopero di Danzica, Andrzej e Joanna Gwiazda, Krzysztof Wyszkowski e il fondatore degli sindacati indipendenti nella regione dell'Alta Slesia Kazimierz Świtoń.
Ha richiamato l'attenzione sulla natura dei postulati degli scioperanti, in cui, oltre all'istituzione di un sindacato autonomo dei lavoratori e postulati di carattere economico e sociale, c'erano anche richieste per la revoca della censura, il rilascio dei prigionieri politici e il ripristino della trasmissione delle Sante Messe nei mass media. L'Ambasciatore ha parlato anche del sentimento di solidarietà che univa i membri e i simpatizzanti di “Solidarność”, che contava 10 milioni di persone.
Ha ricordato il continuo sostegno ai postulati operai da parte del Papa Giovanni Paolo II negli anni 1980-1981 e anche dopo l’imposizione illegale della legge marziale da parte del generale Jaruzelski. Ha parlato del sostegno del Primate Wyszyński per la registrazione della NSZZ "Solidarność" dei Singoli Agricoltori e dell’attività dell'Associazione Indipendente degli Studenti di cui l’Ambasciatore stesso faceva parte.
Infine, ha ricordato le vittime dei crimini comunisti: i minatori della miniera KWK "Wujek", il poeta-liceale Grzegorz Przemyk e il beato padre Jerzy Popiełuszko. E vittime anonime della legge marziale causate dall’interruzione dei collegamenti telefonici durante l'inverno del 1981-1982. Ha parlato dell'atmosfera di ritrovata libertà durante i pellegrinaggi papali in Polonia nel 1983 e 1987, che portavano speranza alle persone negli anni più difficili.
Ha concluso con un ricordo della via verso la libertà nel 1988-1990. Ha sottolineato che grazie alla rinascita di „Solidarność”, la Polonia ha potuto attraversare in modo meno doloroso il processo di trasformazione del sistema neoliberale. “Solidarność” sotto la guida di Piotr Duda, esiste tutt’oggi e, sebbene non abbia più così tanti iscritti come nel passato, difende ancora gli interessi dei lavoratori, rimanendo fedele alle tradizioni nazionali e cristiane.