Karol Wojtyła 18 V 1920 – 18 V 2020 centenario della nascita
14.05.2020
“Parlo di questo da un posto in cui mi ha condotto l'amore di Cristo Salvatore, chiedendomi di uscire dalla mia terra per portare frutto altrove con la sua grazia, un frutto destinato a rimanere” (cfr. Giovanni, 15:16)
Esattamente cent’anni fa, il 18 maggio 1920, è nato in terra polacca, a Wadowice, Karol Wojtyła, il 264 successore di San Pietro, canonizzato dal Papa Francesco nel 2014.
Cardinale Karol Wojtyła è diventato il Vescovo di Roma all’età di soli 58 anni, ma ha portato con sé un grande bagaglio di esperienze come uomo, sacerdote e vescovo. Ha vissuto l’esperienza della Seconda guerra mondiale, ha conosciuto due sistemi totalitari, nella realtà comunista del dopoguerra ha combattuto per la libertà della Chiesa a fianco del Primate Stefan Wyszyński.
Il pontificato del Papa polacco (1978-2005) ha avuto una dimensione globale e ha avuto un’immensa influenza sulla storia della Chiesa, dell’Europa, del mondo, dei milioni di persone in tutta la terra.
La riscoperta di Karol Wojtyła, l’uomo di due dimensioni: con i piedi per terra e di profonda spiritualità, che realizzava “due piani, uno divino e uno umano”, rappresenta una straordinaria sfida. E la consapevolezza che non è possibile comprendere a pieno il fenomeno della sua personalità, della potenza dello spirito, della forza di un incondizionato affidarsi a Dio e alla Vergine Maria.
Portando la Buona Novella, San Giovanni Paolo II invitava a costruire la civiltà dell’amore. Il suo messaggio era rivolto a tutti: ai cristiani, ai fedeli di altre religioni, agli agnostici e agli atei.
Vivendo nello spirito del Concilio del Vaticano II, desiderava ardentemente l’unità dei cristiani e instancabilmente lavorava a favore dell’ecumenismo. Avendo cura “dell’eredità delle chiavi, delle Chiavi del Regno” ha avuto il coraggio di essere il primo: ha visitato la Sinagoga romana, è stato iniziatore dell’incontro interreligioso ad Assisi, è entrato nella Grande Moschea di Damasco.
Chiedeva il rispetto per ogni essere umano, il diritto di vita dal concepimento fino alla morte naturale, la libertà di coscienza e la libertà religiosa. Aveva a cura coloro che soffrono, malati, indifesi, morenti.
Alla storia sono passati i pellegrinaggi apostolici di San Giovanni Paolo II. Come primo testimone di Cristo è arrivato nei luoghi più remoti della terra, ha compiuto 104 viaggi e visitato oltre 130 paesi.
La sua prima visita in Patria, nel 1979 ha aperto la strada alle trasformazioni in Polonia, ha portato alla fondazione del primo indipendente sindacato nel blocco sovietico, “Solidarność” e di conseguenza, nel 1989 ha portato la libertà a tutta l’Europa centro-orientale.
Giovanni Paolo II non era un politico, ma durante le tre decadi ha avuto una porte influenza sulle sorti del mondo e ha influenzato la posizione della Santa Sede sull’arena internazionale. Le sue parole, pronunciate nella sede delle Nazioni Unite, del Parlamento Europeo, dell’UNESCO o sugli altri areopaghi contemporanei, erano cariche di responsabilità e interessamento per la pace, n grido a favore di una “giusta politica”, condotta secondo “i criteri umanitari”, pensando al bene delle persone e delle nazioni.
Il Papa era particolarmente preoccupato per l’anima della sua Europa, che respingeva a cuor leggero “la sua pietra angolare”, le radici cristiane. Vedeva il senso dell’integrazione, del mantenere le tradizioni della libera unità delle nazioni del nostro continente “dall’Unione di Lublino all’Unione Europea!”.
Per tutta la vita Giovanni Paolo II ha cercato di sfatare il mito dell’impossibilità di conciliare la fede e la ragione “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità”. Allo stesso tempo, avendo avuto delle importanti esperienze sul campo artistico, come poeta, drammaturgo e attore, sottolineava il valore e l’importanza della cultura come forza trainante della storia e l’adeguato strumento per risolvere i problemi del mondo contemporaneo.
È stato lui ad accendere il fuoco della Divina Misericordia sulla terra e ha insegnato a tutti noi “la nuova immaginazione della misericordia”di cui oggi abbiamo un grande bisogno. Riusciva ad attirare verso la Chiesa i giovani con i quali ha instaurato un sincero dialogo, inaugurando la tradizione delle Giornate Mondiali della Gioventù.
In modo provvidenziale ha preparato la Chiesa per il Terzo Millennio, celebrando il Grande Giubileo dell’Anno Duemila come “un nuovo avvento”.
L’eredità di San Giovanni Paolo II, un Grande Papa della pace, dell’amore, del dialogo e della speranza ha una dimensione universale. Tutti abbiamo il dovere di coltivarla, di sfruttarla in modo saggio e di trasmetterla alle future generazioni.
Karol Wojtyła - Papa Giovanni Paolo II. Santo, Magno, attuale.
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Siamo estremamente grati al Santo Padre Francesco per aver acconsentito a celebrare una Santa Messa in occasione del centenario della nascita del suo predecessore in Piazza di San Pietro. Purtroppo a causa della pandemia le celebrazioni sono rimandate.
Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Polonia
presso la Santa Sede e del Sovrano Militare Ordine di Malta
/foto Grzegorz Gałązka/